(Argentan, 4 febbraio 1881 - Gif-sur-Yvette, 17 agosto 1955) La sua reinterpretazione del Cubismo è caratterizzata da un particolare ritmo di linee e superfici colorate, priva di elementi figurativi e di spazio per la pittura, smette di essere specchio di realtà per raggiungere la propria dimensione autonoma. Le possibilità non sono più il criterio di base e gli artisti collocano liberamente forme e colori secondo le loro sensibilità interiori. Il dipinto non è per niente di facile lettura: frammenti di figure, case e alberi sono ancora individuabili, ma il tutto è distorto dal turbinio dinamico di forme, non più reali o possibili, ma soggette a un processo di semplificazione geometrica. Il risultato è un rigoroso ascetismo in cui gli oggetti perdono la loro coerenza materiale e sono ridotti alla loro funzione simbolica. Così, i personaggi sono completamente privi di personalità ed espressione e diventano simboli, proprio come fece l'arte bizantina secoli fa.